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In un caldo pomeriggio di luglio, Lori Scarpellini ci ascoltava mentre gli raccontavamo di tutte le iniziative che avevamo in mente di organizzare nel nostro futuro Centro d’arte. La domanda era come inaugurare la stagione delle mostre, dopo la prima esposizione che apriva le porte del nostro spazio espositivo. E quindi, quale idea migliore se non quella di dedicare le due settimane centrali di ottobre al “Gruppo di Buti”, il sodalizio artistico formato da Marcello Frosini, Franco Marconcini, Lori Scarpellini e Gianfranco Tognarelli. Leggendo meglio tutto il materiale esistente su questo gruppo di pittori e secondo le loro stesse testimonianze, ci siamo convinte sempre di più di quanto questo gruppo ci fosse vicino e somigliante.

In primis, ci hanno colpito le intenzioni originarie di questo sodalizio, il piacere di fare pittura e di poterne parlare con altri fin dai primi anni ’60. Come dice il critico Nicola Micieli in una sua prefazione: “un sodalizio ove conta, sopra ogni altro intendimento d’ordine estetico e di tendenza o

utilitaristico nel senso della promozione mercantile, il piacere di fare pittura e di poterne parlare con altri che hanno lo stesso intendimento”.

Il 28 settembre 1980 viene deciso di dare una forma ufficiale e nasce legalmente “Il Gruppo di Buti”, con la direzione artistica del critico d’arte Nicola Micieli. Si intensificano gli incontri nelle rispettive case e le uscite per dipingere dal vero nelle colline pisane. Un esordio di stampo naturalistico, ma la natura era solo un pretesto per confrontarsi, consigliarsi reciprocamente, colloquiare e mettersi alla prova in orizzonti artistici più vasti.

Oltre alla produzione pittorica personale, gli artisti hanno ideato con Nicola Micieli un’interessante “Rassegna d’arte” per il Comune di Buti: dal 1982 al 2000, in occasione di ogni Rassegna, venivano invitati tre o quattro artisti italiani e stranieri con l’impegno di donare una loro opera per la futura Pinacoteca Comunale. Attualmente le 83 opere donate sono visibili negli spazi dell’edificio comunale. Ad oggi tutti gli artisti sono storicizzati.

Importante l’incontro con il Maestro Anton Luigi Gajoni, a San Miniato al Tedesco, che vissuto a Parigi dal 1928 al 1940, aveva fatto parte della cosiddetta Scuola di Parigi, insieme a De Chirico, Savinio, Severini, Campigli, Tozzi, Modigliani, personaggi mitici delle avanguardie.

Dalle conversazioni a San Miniato e dall’osservazione delle opere di Gajoni, il Gruppo traeva spunti di riflessione e suggerimenti artistici.

Gli stili dei quattro pittori dunque evolvono, le peculiarità si fanno sempre più forti in ognuno di loro. Negli ultimi decenni, il Gruppo si è sviluppato ancora di più, ognuno dei quattro artisti ha sviluppato uno stile proprio, talvolta audace e inaspettato. Un qualcosa però è rimasto inalterato, ossia il loro intendimento di partenza, il piacere di fare arte.

Quattro amici, quattro artisti, mille colori.

Breve storia del GRUPPO DI BUTI

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